venerdì 30 novembre 2012

Tre fattori che ne impediscono la riuscita

           Critiche alla sperimentazione:
           Di Bella attribuì il fallimento della sperimentazione a tre fattori:


  • Utilizzo di medicinali scaduti: secondo il rapporto del Nucleo anti-sofisticazione dei Carabinieri firmato dai marescialli Ciro Spiniello e Antonio Barrasso, 1048 pazienti assunsero "un farmaco potenzialmente imperfetto e non più possedente le caratteristiche terapeutiche iniziali [...] Ne consegue che dai risultati ottenuti dalla sperimentazione essa debba essere quantomeno rivista". La procura di Firenze tuttavia archiviò il caso; per la procura non esistevano indicazioni di Di Bella sulla scadenza del preparato prima del suo utilizzo e tutto si era svolto secondo il protocollo concordato. Lo stesso Di Bella inoltre aveva affermato che se custodito in ben precise condizioni al riparo dalla luce e dal calore, lo sciroppo ai retinoidi era del tutto stabile.  
  • Dosaggi errati e preparazioni non corrispondenti alle istruzioni: nella preparazione della vitamina E, utilizzata nella terapia, secondo il promemoria del professore Di Bella è necessario "gorgogliare l'azoto a medio flusso per qualche minuto fino ad eliminazione del solvente organico", in particolare se tale solvente è l'acetone, che presenta una certa tossicità, e uno dei composti conteneva acetone fino a 250 milligrammi per litro. L'Istituto farmaceutico militare di Firenze (che preparò i composti) affermò che l'acetone fu usato secondo le indicazioni del professor Di Bella. I residui di questo solvente, in un secondo tempo, non possono essere completamente eliminati senza distruggere anche i retinoidi. Anche per questo aspetto la Procura archiviò il caso (promosso dall'Aian, l' associazione dei pazienti del professor Di Bella) poiché, nel protocollo d'intesa fra il Ministero della sanità e Di Bella, fra i reagenti previsti per la produzione della soluzione ai retinoidi era previsto proprio l'acetone e non l'alcol, sostanza equivalente sotto il profilo della tossicità. La stessa Procura, da un confronto dei farmaci prodotti a Firenze e a Modena, rilevò che i preparati erano stati giudicati sostanzialmente identici, per cui non si rilevavano differenze di efficacia.
  • Selezione dei pazienti: secondo Di Bella i pazienti erano già in stadio avanzato, ed erano già stati sottoposti a chemioterapia che secondo il professore "ha un effetto deleterio sui pazienti". Era il protocollo concordato tuttavia a prevedere, tra i requisiti di accesso, che il soggetto presentasse uno stadio avanzato di malattia, alcuni protocolli inoltre prevedevano la partecipazione di pazienti non pre-trattati.

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